Il caso Toni De Palo appena descritto dimostra inoltre che la durata del segreto di Stato secondo la legge del 2007 (15 anni prorogabili per altri 15 anni) decorre dal momento dell’opposizione del segreto medesimo (in questo caso dall’agosto 1984), non dalla data dell’evento relativo (in questo caso il 2 settembre 1980).

III. Questi (o altri) segreti di Stato potrebbero avere qualcosa a che fare con la strage di Bologna?

A tal proposito è molto interessante sentire cosa ha detto a riguardo l’on. Massimo D’Alema, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nella relazione intitolata “Segreto di Stato e accesso agli archivi: a quattro anni dalla riforma dei Servizi di informazione”, presentata allo stesso convegno sugli Archivi negati, già citato precedentemente:

“… io non credo che il segreto di Stato costituisca davvero il principale ostacolo, o un ostacolo rilevante, rispetto all’accertamento della verità nelle vicende relative alle stragi. Non solo perché in nessuna di queste vicende risulta esplicitamente opposto, anche se qui noi ci siamo posti un interrogativo e cioè in che misura l’opposizione del  segreto di Stato, pur non potendo riguardare le vicende di stragi, ma opposto in altre vicende e poi estensivamente utilizzato, possa avere ostacolato la ricerca della verità anche in questo campo. E qui si possono fare degli esempi: la vicenda Eni-Petronim, il caso Toni-De Palo e il presunto traffico di armi tra Olp e Brigate rosse, per esempio, sono vicende sulle quali si è esercitato il segreto di Stato. Ora naturalmente questo segreto di Stato ha portato a secretare un’enorme mole di documenti, la cui de-secretazione potrebbe forse anche indirettamente aiutare ad accertare la verità in altre vicende. Quindi da questo punto di vista io credo che una certa vigilanza sugli effetti indiretti che l’uso del segreto può avere avuto è giusto farla; in gran parte si tratta di segreti che sono in scadenza e evidentemente non dovrebbero esserci difficoltà a trasmettere all’autorità giudiziaria documenti su cui scada il segreto di Stato che possano essere utili in quanto collegati ─ magari anche per ricostruire un insieme di rapporti, di relazioni ─ a vicende che sono direttamente interessate da indagini per i gravi reati di cui abbiamo parlato qui.”

È interessante osservare che già nel febbraio 2006 argomentazioni simili, anche se articolate in modo più analitico e documentato, erano state avanzate da Lorenzo Matassa e Gian Paolo Pelizzaro nel capitolo 12 dal titolo “I segreti di Stato” (pp. 169-176) della loro Relazione sul gruppo Separat e il contesto dell’attentato del 2 agosto 1980, depositata alla Commissione parlamentare d’inchiesta Mitrokhin.

L’intero intervento di D’Alema, ma anche quelli degli altri relatori, compreso Paolo Bolognesi e Daria Bonfietti, si possono ascoltare su Radio radicale al link.

 

IV. Un segreto svelato sulla strage di Bologna?

Proponiamo di seguito alcune righe di uno straordinario documento ritrovato tra gli atti del procedimento penale 204/83 istruito dal giudice Carlo Mastelloni del Tribunale di Venezia (contro Abu Ayad sul traffico di armi Olp-Br, già citato). Il documento è stato reso noto per la prima volta sul blog Cieli Limpidi il 31 luglio 2009 ed è stato pubblicato nel volume “Dossier. Strage di Bologna. La pista segreta” di Gabriele Paradisi, Gian Paolo Pelizzaro e François de Quengo de Tonquédec, Bologna, Giraldi 2010, pp. 65-67, pp. 95-99 e pp. 193-198).

L’8 ottobre 1986 il generale di Cavalleria Silvio Di Napoli (nel 1979-1980 era tenente colonnello del Sismi addetto a ricevere le informative di Giovannone da Beirut), dichiarava al termine della sua deposizione quanto segue:

Dopo la prima condanna inflitta agli autonomi e al giordano pervenne da Giovannone l’informativa secondo cui l’Fplp aveva preso contatti con il terrorista Carlos. Ciò avallò la minaccia prospettata da Habbas[h]

Queste parole furono vergate a mano dallo stesso giudice istruttore Carlo Mastelloni.

Il testo va così spiegato:

La condanna di cui si parla è quella inflitta dal Tribunale di Chieti il 25 gennaio 1980, per il trasporto di due missili Sam 7 Strela di fabbricazione sovietica, agli autonomi Daniele Pifano, Luciano Giuseppe Nieri, Giorgio Baumgartner (esponenti dell’Autonomia romana) e al giordano Abu Anzeh Saleh (responsabile militare per l’Italia dell’Fplp – Fronte popolare per la liberazione della Palestina). Il colonnello Stefano Giovannone era il capo centro del Sismi a Beirut come già ricordato; Carlos è il noto terrorista venezuelano Ilich Ramirez Sanchez; George Habbash era il leader politico dell’Fplp.

Questo, a nostro avviso, è un piccolo ma rilevantissimo esempio di come un frammento di verità possa emergere proprio da quei contesti dei segreti di Stato sopra ricordati.