“Verità sulla Strage di Ustica” Giuliano Amato rivela nuove informazioni che prima non ha mai esternato

Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio, ha rivelato nuove informazioni sulla tragica strage di Ustica del 1980, affermando che il DC9 dell’Itavia precipitato vicino a Ustica fu abbattuto da un missile francese. Ecco una panoramica delle sue dichiarazioni:

Una Verità Sconvolgente

Amato ha dichiarato che “abbiamo sfondato” nella regione di Zaporizhzhia nel corso del conflitto in Ucraina. Questo progresso è stato possibile dopo settimane di attenta operazione di sminamento. Le forze armate ucraine ora prevedono di avanzare più rapidamente.

Il Ruolo Cruciale della Francia

Amato ha sottolineato che la Francia ha svolto un ruolo chiave nella strage di Ustica. L’ipotesi più accreditata è che il missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della Corsica o dalla base militare di Solenzara.

La Necessità delle Scuse Francesi

L’ex premier ha sottolineato che il presidente Macron dovrebbe togliere l’onta che pende sulla Francia in merito a questo tragico episodio. Questo può essere fatto solo dimostrando che la tesi dell’abbattimento è infondata o, se confermata, presentando le scuse ufficiali all’Italia e alle famiglie delle vittime.

Le Tensioni e i Retroscena

Amato ha rivelato tensioni e retroscena sconvolgenti legati al caso Ustica. Ha indicato che i militari avevano inizialmente cercato di ostacolare le indagini e avevano diffuso false teorie per nascondere la verità.

Il Ruolo di Bettino Craxi

L’ex presidente del Consiglio ha menzionato che Bettino Craxi, all’epoca presidente del Consiglio, aveva chiesto ad Amato di occuparsi del caso Ustica nel 1986. Tuttavia, sembra che Craxi fosse insofferente alle perplessità di Amato sulle tesi dei generali. Amato suggerisce che Craxi potrebbe aver avvertito Gheddafi del pericolo nei cieli italiani, motivo per cui era interessato a mantenere segreta la verità.

LE REAZIONI E LE POLEMICHE

Amato su strage Ustica, Pinelli (Csm): “Rendere pubblici atti inchiesta”

(Adnkronos) – “Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica aprono, dopo quarant’anni, scenari veramente inquietanti che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall’inizio cercarono di ricostruire la verità dell’accaduto e le relative responsabilità. Tra questi mi pare doveroso ricordare Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala”. È quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, che intende valutare con l’intero Csm “l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento”.

“In quel ruolo, il dottor Borsellino – prosegue il vicepresidente del Csm – portò avanti, con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi. Basti ricordare la vicenda sul radar di Marsala, come ricostruito meritevolmente dal compianto giornalista Andrea Purgatori”.

“Per tali ragioni, condividerò con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell’inchiesta, nonché il compendio documentale delle iniziative portate avanti dal dottor Borsellino all’epoca – sottolinea Pinelli – Tutto ciò, non solo per dare memoria ancora una volta dello straordinario contributo nell’interesse dello Stato da parte di Paolo Borsellino, ma anche per un dovere di carattere morale nei confronti dei familiari delle vittime, di vedere finalmente riconosciuto il diritto alla ricostruzione – per quanto possibile – della verità storica della tragedia di Ustica”.

Ustica, figlia vittima: “Amato? Perplessa, a giudici non diede questa versione”

(Adnkronos) – “Ho risentito le parole di Amato quando depose davanti ai giudici e non disse niente di tutto ciò: è da capire perché a distanza di tanti anni cambia versione”. Lo afferma all’Adnkronos Giuliana Cavazza, che perse la madre nell’esplosione del DC 9 Itavia del 27 giugno 1980, presidente onoraria dell’Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, commentando le parole dell’ex presidente del consiglio Giuliano Amato sulla strage.

“Ci sono sentenze e perizie chiarissime e deposizioni davanti ai giudici”, aggiunge Cavazza dicendosi “molto perplessa”. Cavazza sottolinea che “l’associazione convocherà per la settimana prossima una conferenza stampa”.

“I crimini di guerra non hanno prescrizione” e “se un’azione di guerra fu, per la quale hanno perso la vita degli innocenti, è giusto che i responsabili paghino”, commenta quindi all’Adnkronos Anthony De Lisi, avvocato e fratello di Elvira De Lisi e zio di Alessandra, due delle 81 vittime della strage, mentre si dice pronto a rivolgersi “davanti a ogni sede competente” e anche alla Corte penale internazionale.

“Non sono rimasto affatto sorpreso (dalle parole di Amato ndr) – sottolinea De Lisi – per noi che siamo stati tristemente addetti ai lavori in questa vicenda, nella quale ognuno di noi ha perso dei cari, non c’erano grandi misteri, si è capito subito che non era stata una bomba né un incidente aereo. La colpa vergognosa è che dopo 43 anni si tenti ancora di negare una verità che darebbe dignità alla memoria delle vittime”.

“Credo che Amato, che è un fine giurista e ha definito un’azione di guerra quella di Ustica, sappia meglio di me che i crimini di guerra non hanno prescrizione”, prosegue De Lisi pronto ad attivarsi “davanti a ogni sede competente, anche internazionale”.

Ustica, Marrazzo: “Amato conferma quanto mi rivelò Cossiga”

(Adnkronos) – “Ci abbiamo messo quasi vent’anni ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Anche Giuliano Amato conferma quanto mi rivelò Cossiga: ad abbattere il Dc9 dell’Itavia sui cieli di Ustica fu un missile francese”. A dichiararlo è il giornalista e conduttore tv Giampiero Marrazzo, autore dell’inchiesta ‘Sopra e sotto il tavolo’.

“Già nel 2008 quando lo intervistai – continua Marrazzo – l’ex presidente della Repubblica rivelò che era stato Amato ad informarlo. Oggi finalmente anche lui parla, seppur con notevole ritardo. Manca un ultimo tassello alla verità: la presa di responsabilità da parte della Francia. Quella notte del 27 giugno del 1980 fu violata la sovranità nazionale italiana e morirono 81 persone. È il momento per loro, per i loro familiari e per il nostro Paese di avere giustizia”.

Ustica, fonti Eliseo su richiesta scuse Amato a Macron: “No comment”

(Adnkronos) – “Non abbiamo nessun commento da fare in proposito”. Fonti dell’Eliseo interpellate dall’Adnkronos hanno risposto così alla richiesta di commentare quanto sostenuto da Giuliano Amato in un’intervista a Repubblica, nella quale l’ex premier invita il presidente Emmanuel Macron a chiedere scusa per la responsabilità francese nella strage di Ustica.

Il Dc9 dell’Itavia, precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980, fu abbattuto da un missile francese. “La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno”. Così l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, in un’intervista a ‘la Repubblica’, parlando della strage di Ustica. “Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. E il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario”, ha aggiunto.

Ustica, Meloni: “Da Amato parole importanti, dica se ha elementi”

(Adnkronos) – “Quelle di Giuliano Amato su Ustica sono parole importanti che meritano attenzione. Il presidente Amato precisa però che queste parole sono frutto di personali deduzioni”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’intervista di Giuliano Amato a Repubblica, sulla vicenda di Ustica.

“Premesso che nessun atto riguardante la tragedia del Dc 9 è coperto da segreto di Stato, e che nel corso dei decenni è stato svolto dall’autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro, chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti”, conclude la premier.

“Bisognerà verificare quello che è successo; bisogna fare chiarezza, vedrà la magistratura, che indagherà su quello che è successo”. In ogni caso “c’è stato un processo e non si può commentare una intervista”. Così il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, commentando le parole di Giuliano Amato. “Questa – ribadisce Tajani – è la versione di un ex presidente del Consiglio, una persona che ha avuto grande importanza, ma che ora è un privato cittadino”. Si tratta di “una sua versione” dei fatti e “non c’è da commentare”. Per Tajani “bisogna valutare. Bisogna essere prudenti, tocca alla magistratura indagare. Le relazioni tra Stati non sono legate a un’intervista”.

“Giuliano Amato ha rilasciato dichiarazioni di inaudita gravità a proposito di Ustica: è assolutamente necessario capire se ci sono anche elementi concreti a sostegno delle sue parole. Visto il peso delle affermazioni di Amato e il suo ruolo rilevante all’epoca dei fatti, attendiamo commenti delle autorità francesi”. Così il vicepremier e ministro Matteo Salvini.

Ustica, Crosetto: “Stupito da Amato”.

(Adnkronos) – “A stupirmi non è la tesi, che non è nuova, ma la persona che ha voluto riportarla alla ribalta”. Ad affermarlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto in un’intervista a ‘La Stampa’ commentando le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato sulla strage di Ustica. Perché Amato ne parla adesso? “Me lo chiedo, ma non ho risposte. Non credo sia una cosa casuale”.

“Io faccio il ministro della Difesa, non mi compete parlarne. Ma forse compete al vicepremier, che si occupa di infrastrutture e trasporti, anche aerei ed anche di argomenti rilevanti di ogni tipo come leader politico”, sottolinea Crosetto riferendosi alle dichiarazioni del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini che ha chiesto alla Francia di fornire chiarimenti sulla vicenda.

Ex portavoce Cossiga, Luigi Zanda

“Cossiga disse ai magistrati d’aver saputo che per ben due volte i servizi segreti avvisarono Gheddafi. Penso che queste sono azioni tipiche da intelligence”. Ad affermarlo in un’intervista a ‘La Repubblica’ è Luigi Zanda che ricopriva la carica di portavoce del presidente del Consiglio Francesco Cossiga quando il 27 giugno 1980 venne abbattuto il Dc9 Itavia in volo da Bologna a Palermo e che è precipitato al largo di Ustica. Il figlio di Craxi, Bobo, sostiene che il padre salvò Gheddafi ma nel 1986: “Né Cossiga né Amato sono persone che mentono. Uno dei due ricorda male”, sottolinea l’ex senatore del Pd.

In questa vicenda la cosa che l’ha colpita di più è stato “il fatto che il recupero dell’aereo venne affidato ad una ditta legata ai servizi segreti francesi. C’era un gigantesco conflitto d’interessi eppure il magistrato procedette lo stesso con l’incarico. Possibile che nessuno lo avesse avvertito? L’ammiraglio Martini lo fece con Amato. La trovo una cosa enorme”, spiega ancora Zanda.

Ricordando quei giorni Zanda sottolinea che “venne subito fatta circolare la tesi del cedimento strutturale, e subito dopo quella della bomba nascosta tra i bagagli: entrambe si rivelarono fasulle, forse frutto di depistaggi”. La tesi del missile non circolava informalmente? “Ricordo che nei giorni successivi Rino Formica, che era ministro dei Trasporti, mi disse che il capo dell’Agenzia che controllava l’aviazione civile gli aveva categoricamente escluso il cedimento strutturale. Inoltre l’esame dei radar aveva documentato che il Dc9 era stato attorniato da manovre di aerei militari”. La battaglia nei cieli? “Potrebbe essere. Il primo che mi ha poi parlato del missile è stato Andrea Purgatori, di cui ero molto amico. Informai Cossiga, e Cossiga mi invitò a chiedergli la fonte. Purgatori non volle comprensibilmente rivelarla”.