«Quello che allo stato degli atti sembra certo è il danno politico e morale per il governo americano: il discredito. Chi si fiderà più di un governo che mentisce in quel modo, e inganna il popolo, il Parlamento, l’opinione pubblica mondiale?
E soprattutto chi si fiderà di un governo che si lascia portar via dal primo venuto i suoi documenti più riservati e segreti?
».

Quello cha avete appena letto sembra il commento al caso Wikileaks che sta mettendo in subbuglio le diplomazie di mezzo mondo a partire da quella statunitense. Invece no. In realtà quelle parole furono scritte quasi quarant’anni fa da Ricciardetto su Epoca, nel numero 1084 del 4/7/1971 e si riferivano alla vicenda dei cosiddetti Pentagon Papers.

Il 13 giugno 1971 il New York Times inizia la pubblicazione di una serie di rapporti segreti del Pentagono sul coinvolgimento degli Stati Uniti nel Vietnam tra la fine della Seconda guerra mondiale e il 1967. Si tratta degli “United States – Vietnam Relations, 1945 – 1967″, ben presto rinominati Pentagon Papers. Questi rapporti, suddivisi in 47 volumi, erano stati commissionati dal segretario alla difesa Robert S. McNamara ed evidenziavano come tutte le amministrazioni americane, a partire da Truman fino a Johnson, avessero di fatto mentito all’opinione pubblica americana sulla vicenda del Vietnam, nascondendo le reali strategie di estensione del conflitto messe in opera, ma soprattutto le azioni militari più cruente come i bombardamenti a tappeto della Cambogia e del Laos o i raid sulle coste del Vietnam del Nord.

Fu Daniel Ellsberg, uno dei compilatori del rapporto, a consegnare i Papers al giornalista del New York Times Neil Sheehan. Il presidente Richard Nixon chiese e ottenne da una corte federale un’ordinanza per impedire al New York Times di continuare la pubblicazione dei documenti. Il giornale si appellò alla Corte Suprema, la quale sentenziò (sei giudici su nove) l’incostituzionalità dell’ingiunzione presidenziale. Nel frattempo però il caso si era in qualche modo già “risolto” poiché il deputato dell’Alaska Mike Gravel, aveva depositato i Papers tra i documenti del suo sottocomitato alla Camera, in base alla norma che un deputato o un senatore non può essere perseguito per quanto compie nell’esercizio delle sue pubbliche funzioni. New York Times e Washington Post, che aveva iniziato a pubblicare i Pentagon Papers quando le autorità avevano costretto il New York Times a sospenderla, proseguirono nella loro operazione divulgativa.

L’8 dicembre 2010 nel suo sito personale Daniel Ellsberg, attualmente impegato presso la RAND Corporation (Research ANd Development), ha scritto: «EVERY attack now made on WikiLeaks and Julian Assange was made against me and the release of the Pentagon Papers at the time».

 

Le foto dei protagonisti della vicenda del 1971 sono tratte dal settimanale Epoca