Una campagna di “calunnia sistematica” contro la Chiesa. Lo afferma Ali Agca, il ‘lupo grigio’ che il 13 maggio 1981 attentò alla vita di papa Giovanni Paolo II, commentando in una lettera aperta, inviata all’Adnkronos, il documentario di Netflix ‘Vatican Girl’ che riaccende i riflettori sul caso di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sparita nel nulla a Roma nel giugno 1983. Agca torna a sostenere, come fatto in passato, che “Emanuela Orlandi fu nascosta, fu oggetto di simulazione di rapimento soltanto per ottenere la liberazione” dello stesso ‘lupo grigio’ “mediante uno scambio”.

“Nel caso Emanuela Orlandi non esiste nessuna connessione di nessuna criminalità e nessun terrorismo. Non esiste nessun denaro”, sottolinea Agca. “Il movente del caso Emanuela è insito nel mistero della Madonna di Fatima esattamente come l’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Senza capire quel mistero di Fatima non potrete capire mai, neppure dopo 140 anni, il mistero del caso Emanuela”, continua Agca secondo il quale “esiste una piccola entità visibile dentro il Vaticano che ha deciso il caso Emanuela” e “organizzazione e manipolazione del caso Emanuela furono affidate alla Cia”.

“Quel tempo – continua ‘il lupo grigio’ – la Casa Bianca, il Vaticano, la Cia ed entità del servizio segreto vaticano erano in perfetta armonia nell’organizzare il crollo dell’impero sovietico assassino del cristianesimo”.

Agca punta il dito contro il “satanismo mondiale” che utilizzando i mass media “cerca di distruggere la dignità e la credibilità della chiesa cattolica mediante campagne di calunnie e menzogne sistematica”.

“İo Ali Agca dichiaro sinceramente che la Chiesa Cattolica mondiale rimane oggi unico ed ultimo baluardo difensore istituzionale nella difesa della dignità, vita umana, la morale, la famiglia naturale nel mondo – conclude – Perciò la chiesa cattolica va rispettata e difesa da tutte le persone di buona volontà”.

(AdnKronos)