Il 4 e il 5 novembre 2013, la Corte d’Appello dell’Ontario, deciderà se confermare o meno il pronunciamento della Corte Superiore che nel giugno 2012 ha accolto la richiesta di estradizione avanzata dalla Francia nei confronti di Nahim Hassan Diab, sospettato per la strage alla sinagoga di rue Copernic a Parigi avvenuta il 3 ottobre 1980 e che causò 4 morti e 46 feriti.
Diab, 60 anni, palestinese di origini libanesi, cittadino canadese dal 1990 e già docente di sociologia presso l’Università di Ottawa e presso la Carleton University, negli anni ’80 era un membro dell’Fplp – Operazioni Speciali, il gruppo antagonista a Yasser Arafat che faceva capo allo scissionista Salim Abu Salem, già luogotenente di Wadi Haddad.
Diab è sospettato di aver guidato il commando che organizzò l’attentato alla sinagoga ed è indicato dagli inquirenti francesi come la persona che posizionò la moto imbottita di esplosivo davanti al luogo di culto dove si stava celebrando lo Shimchat Torah (la festività della “gioia per il dono della legge”). All’interno della sinagoga erano presenti oltre 300 fedeli e solo il malfunzionamento del timer evitò una strage di proporzioni più grandi.
L’attentato traumatizzò la comunità ebraica francese essendo il primo attacco frontale che subiva, dopo l’occupazione nazista della Francia durante la Seconda Guerra mondiale. L’indignazione mobilitò centinaia di migliaia di persone per le strade di Parigi che manifestarono contro un atto di violenza antisemita così scellerato.
Inizialmente le indagini si erano indirizzate verso i gruppi neonazisti, ma la documentazione acquisita dalla magistratura francese dagli archivi della Stasi, la polizia politica dell’ex Germania democratica, portò nel 2008 ad riaprire un procedimento nei confronti di Diab.
Il 23 ottobre, Richard Marceau, consigliere generale del Centro per gli Affari ebraici e con Israele, ha dichiarato all’Ottawa Citizen, che Diab in Francia avrebbe tutte le garanzie di ricevere un giusto processo, essendo fuori discussione l’integrità del suo sistema giudiziario. «Non vi è alcun motivo di dubitare della imparzialità dei tribunali francesi per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani fondamentali. Se le accuse francesi sono deboli, come Diab e i suoi sostenitori suggeriscono, egli non avrà alcun problema ad imbastire una difesa efficace. La decisione del tribunale canadese di accogliere la richiesta di estradizione non è una dichiarazione di colpevolezza o di innocenza di Diab . Si tratta solo di una conferma che vi sono prove sufficienti per istruire un processo».