Domani mattina, martedì 26 febbraio 2013, alle 10.30, presso la Royal Courts of Justice di Londra, riprende l’udienza preliminare, davanti al coroner del distretto londinese di Inner North, Sir Robert Owen, sull’omicidio di Aleksandr Litvinenko, il defezionista russo contaminato con una dose letale di polonio 210 e morto il 23 novembre 2006.
Rispetto a quanto stabilito nell’ultima udienza del 13 dicembre 2012 (leggi articolo), il giudice Owen ha accolto la richiesta degli avvocati patrocinanti delle autorità della Federazione Russa che avevano presentato istanza di ammissione al processo come «Interested Persons».
Il Comitato investigativo della Federazione Russa (ICRF) aveva infatti presentato istanza di ammissione al procedimento solo poche ore prima l’inizio dell’udienza del 13 dicembre e per questo motivo il coroner aveva rigettato l’istanza, non ammettendoli.
A Mosca è in corso un’inchiesta speculare per individuare esecutori e mandanti dell’omicidio Litvinenko e i responsabili della contaminazione di Andrey Lugovoi, oggi deputato alla Duma, e di Dimitri Kovtun che invece, per le autorità britanniche sono i due principali sospettati.
Nell’udienza del 13 dicembre il coroner aveva sostenuto che sulla base della documentazione disponibile, illustrata dal pubblico ministero Hugh Davies in risposta ai temi d’indagine formulati dal giudice, non aveva escluso un ruolo delle autorità statali russe nella morte di Litvinenko. Un vero omicidio di Stato.
Mentre, in via preliminare, allo stato degli atti, aveva escluso il coinvolgimento di terzi soggetti comprese le autorità di sicurezza britanniche, che non avrebbero, secondo le parti civili, garantito la necessaria protezione al defezionista russo, divenuto cittadino britannico da poche settimane .
La vedova di Litvinenko, Marina, si è opposta alla richiesta dell’ICRF sostenendo che si tratta di un tentativo di inquinare e deviare il processo, mentre i legali delle autorità russe hanno ribadito che la richiesta della vedova vuole impedire loro la condivisione di nuove prove e informazioni con il coroner.
La decisione finale di Sir Owen è stata quindi quella di accogliere la richiesta e ammettere i testi e le fonti documentali di provenienza russa, che per l’appunto verranno esaminate nell’udienza di domani mattina.
Gabriele Paradisi
Gian Paolo Pelizzaro