Perché questo articolo su Segretidistato.it? Perché ancora una volta la storia si ripete: cambiano i personaggi e le strategie del terrore, ma i luoghi rimangono gli stessi. Come nel periodo degli anni di piombo, tra terroristi interni e importati, la Francia del dopo guerra ha vissuto una serie notevole di attentati sul suo territorio. Protagonista, negli anni a cavallo tra il ’70 e gli anni ’80, il terrorismo di matrice palestinese e filo palestinese, con i vari attentati ai treni, le stazioni e sedi di giornali, aveva nel gruppo Separat, capeggiato da Ilich Ramirez Sanchez, meglio conosciuto come Carlos, il principale fautore.
Ora il terrore arriva sempre da quell’area, ma grazie alla globalizzazione e l’apertura indiscriminata delle frontiere nazionali, il terrorismo trova nuovamente terreno fertile. La Francia era in difficoltà a quel tempo e pare inerme oggi, scioccata e sotto scacco… Una riflessione è d’obbligo. Ecco perché abbiamo scelto di ospitare qui, in queste pagine, il pensiero di Giancarlo De Palo, che oltre essere un collaboratore del nostro network, è anche il fratello di Graziella De Palo, la giornalista scomparsa in Libano insieme al collega Italo Toni, nel settembre del 1980 e di cui non si è saputo “ufficialmente” più nulla.

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L’isis ha messo in scacco matto Parigi e tutta la Francia. Mentre nessuno sa come risponderà l’Europa

Quello che è accaduto ieri sera a Parigi e sta mettendo in tilt durante lo scorrere nel buio della sua notte più lunga tutta l’intera Francia, che da oggi in poi tutti noi italiani dovremmo sentire sorella e mai più sgradevole “cugina”, è un evento epocale che ha un solo precedente storico: lo “spettacolare e fantasmagorico” 11 Settembre 2001 di New York e degli interi Stati Uniti d’America.
Il confronto è tutt’altro che azzardato: se infatti quel giorno ormai lontano nel tempo scoppiò una strisciante e mai dichiarata Terza guerra mondiale, quello che sta accadendo in queste ore in una Francia ormai decaduta da altezzoso ombelico del mondo, a un Paese al contrario spaventosamente ed improvvisamente isolato da tutto il resto di quell’Europa di cui costituisce almeno geograficamente il cuore e dal  mondo intero, è un evento altrettanto epocale per quella che sarà la sua sorte.
Un pugno di fanatici kamikaze aderenti all’Isis, l’autodichiarato Califfato islamico (IS), con ben sette azioni meticolosamente sincronizzate e programmate in una tragica e incredibile serata, ha messo in scacco matto una delle grandi potenze atomiche del pianeta, precipitata da un altero complesso di superiorità ad una Nazione in stato d’assedio, che si vede costretta a sigillare le proprie frontiere e a dichiarare ufficialmente, per la prima volta nella sua storia dal secondo conflitto mondiale, lo stato di emergenza nazionale, vale a dire di guerra, sebbene anche stavolta “de facto” ma non ancora “de jure“.
Mentre le luci della “Ville Lumiere” si sono improvvisamente e precipitosamente trasformate in bagliori di bombe e di spaventosi colpi di kalashnikov impazziti e spietati in un eccidio che, questo sì, grida vendetta al cospetto di Dio, il resto del mondo, nonostante i titoli cubitali dei quotidiani di stamattina, continua, come se avesse i paraocchi, a farsi i fatti suoi.
Mi riferisco in particolare alla nostra povera Italia, in tutt’altre faccende affaccendata. Dopo quel che è accaduto in Francia, anche Roma – la capitale che si ritrova il poco edificante aggettivo “mafiosa”, per via dell’apparato criminale che gestiva situazioni che tutti ben conosciamo ormai – e che da poco si è liberata dalla nefasta esperienza “amministrativa” che le ha fatto vivere il poco degno sindaco Ignazio Marino, è in realtà in stato di guerra, se non altro perché questa guerra le è stata dichiarata dall’autoproclamatosi Califfato dell’Isis.
Jorge Mario Bergoglio ha avuto la faccia tosta di proclamare Santo l’Anno 2016, per non perdere la golosa occasione di mettere la michelangolesca cupola di San Pietro, quasi la stessimo contemplando dalla famosa prospettiva della Sede del Sovrano Militare Ordine di Malta, a disposizione del mirino dei kalashnikov e dei missili maneggiati magistralmente dagli spietati terroristi arabi che vanno e vengono dove vogliono mischiandosi ai migranti che attraversano le vie della sventurata “caput mundi”.
Nessuno è in grado di dire cosa stia per accadere ora. Ma nei fatti l’infausto Venerdi 13 Novembre 2015 ha segnato per sempre una nuova fine e un nuovo, abominevole inizio, mentre le tessere del mosaico della fantomatica Unione Europea vanno in pezzi come quelle di un “puzzle” malcomposto. Da oggi siamo tutti piu esposti, fragili e soli. Si salvi chi può.

Giancarlo De Palo