diabA pochi giorni dalla decisione della Corte d’Appello dell’Ontario che deve, il 4 e il 5 novembre 2013, confermare o rigettare la decisione della Corte Superiore che ha dato parere favorevole all’estradizione di Hassan Diab, interviene nel dibattito Randal Marlin professore di filosofia presso la Carleton University di Ottawa, la stessa università in cui insegnava il libanese di origine palestinese accusato dai magistrati francesi di essere il responsabile della strage alla sinagoga di Parigi del 3 ottobre 1980.

Marlin, conosciuto anche come l’Orwell di Ottawa per i suoi studi sulla comunicazione e la propaganda, è intervenuto in risposta a quanto aveva dichiarato, il 23 ottobre scorso, Richard Marceau, consigliere generale del Centro per gli Affari ebraici e con Israele. Questi, confidando nel fatto che la Francia è sicuramente un Paese civile e fondato sul diritto, aveva concluso che occorreva “lasciare che la giustizia facesse il proprio corso”.

Marlin, ha preso in esame le motivazioni che avevano spinto, nel giugno 2012, il giudice Robert Maranger a concedere l’estradizione.

Il giudice della Corte Superiore, aveva motivato la sua decisione, sostenendo che in base al trattato franco-canadese del 1999 che regola l’estradizione, non è compito della Corte pronunciarsi o disquisire sulla consistenza o meno delle prove prodotte dal Paese richiedente, ritenendole per principio attendibili se adeguatamente certificate dall’autorità legale di quel Paese. In altre parole “le evidenze e le prove fornite dalla magistratura francese a carico di Diab, andavano accolte anche se la legge canadese non le avrebbe ammesse”.

Marlin, che ha seguito il processo, sostiene che sulle prove ci siano concreti dubbi di “manifesta inattendibilità”. La prova regina riguarda soprattutto una perizia calligrafica su documenti olografi di Diab.

Marlin, ha affermato che se questi sono i criteri con cui vengono prese decisioni così importanti, sono a rischio nientemeno che le libertà civili dei canadesi.

GP