logo_le_parisienCarlos davanti alla giustizia. Dieudonné gli porta il sostegno

Il processo di Carlos, alias Ilich Ramirez Sanchez, si è aperto lunedì, poco dopo le 10,15, dinanzi alla corte di assise speciale di Parigi, che deve giudicarlo per i quattro attentati che, quasi trenta anni fa hanno fatto in Francia 11 morti e quasi 150 feriti . Il presidente della corte di assise, Olivier Leurent, ha iniziato l’udienza con la richiesta di identità rivolta all’ imputato. Sono un rivoluzionario di professione ha risposto Carlos, visibilmente rilassato, vestito con un jeans e una giacca blu marina. All’inizio dell’udienza, una mezza dozzina di avvocati, alcuni provenienti  dall’estero, si erano messi dinanzi al box di Carlos per potere comunicare meglio con il loro cliente. Un po’sconcertate: alcune parti civili si sono trovate di fronte all’imputato, a soli 10 metri di distanza dalla gabbia. Una sessantina di giornalisti francesi e stranieri riempivano i banchi della stampa, mentre un pubblico eterogeneo tentava di accedere alla prestigiosa sala dove si tiene l’udienza.

Il sostegno di Dieudonné

L’umorista Dieudonné, personaggio controverso, è andato al palazzo di giustizia per manifestare il suo sostegno alla rivoluzione condotta da Carlos. “Sono qui per dire che c’è uno spirito rivoluzionario al quale Carlos ha apportato il suo contributo con violenza che condanno personalmente, ma sostengo ovviamente la sua rivoluzione – ha dichiarato l’umorista, presidente del «comitato di sostegno al comandante Carlos». “Sostengo soprattutto la sua estradizione verso il Venezuela – ha aggiunto – non sono un provocatore, sono un artista, un uomo di pace, un uomo di scena – ha garantito Dieudonné. Sono qui per portare umilmente la mia partecipazione per un cambiamento della società perché ci sia più giustizia e penso in particolare al combattimento di Carlos per la Palestina.

Carlos rivendica tra 1500 e 2000 vittime

Alla vigilia, per la prima volta, il terrorista Carlos ha rivendicato più di un centinaio di attacchi che hanno fatto tra 1.500 e 2.000 morti. Intervistato dal quotidiano di Caracas “El Nacional” sulle vittime civili degli attentati che ha diretto, Ilich Ramirez Sanchez, alias Carlos, 62 anni, ha garantito che ce ne sono state molto poche (di vittime civili). “Ho calcolato che non si arriva al 10%. Fra i 1.500 a 2.000 morti, non ci sono state più di 200 vittime civili” ha affermato nell’intervista pubblicata domenica e realizzata al telefono il 27 e il 28 ottobre. Fino ad oggi, Carlos, aveva rivendicato soltanto la presa in ostaggio di 70 persone alla sede dell’OPEC, a Vienna (Austria). L’attacco aveva fatto tre morti nel dicembre 1975. Il venezuelano ha dichiarato a El Nacional che, sotto il suo controllo sono stati perpetrati più di 100 attacchi, secondo lui “molto ben realizzati”, pur rifiutando di fornire ulteriori dettagli. In quest’operazioni, riconosce errori secondari e va fino a paragonarsi con il capo cubano Castro e, afferma, Fidel ha ucciso più persone.

Condannato all’ergastolo nel 1997

I principali atti terroristici di cui è sospettato Carlos, come organizzatore o autore, si sono svolti nel corso di dieci anni, tra la fine 1973 ed inizio 1984, ed hanno fatto almeno 20 morti. “Il terrorismo esisterà finché gli imperialisti manterranno una preminenza mondiale. Sono un nemico di terroristi come gli Stati Uniti e Israele” ha proseguito nell’intervista al giornale venezuelano. In prigione dal 1994, Carlos era stato condannatoall’ergastolo nel 1997 per l’omicidio, a Parigi nel 1975, di due poliziotti e di un informatore. Convinto della sua liberazione, afferma che raggiungerebbe il governo di Hugo Chavez “per aiutar(lo) a difendersi con le armi”.

Le Parisien, AFP, 7 novembre 2011

(Trad. Lorenza Cavallo)

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