Con il processo a Carlos si gira una pagina della storia del terrorismo
- Il terrorista é processato per la prima volta davanti la Corte d’Assise speciale per gli attentat i commessi in Francia.
- Carlos é il simbolo di un metodo di terrorismo degli anni 1970-1980 oggi completamente evoluto.
- Se l’estrema sinistra esiste ancora , i suoi obbiettivi e i suoi metodi d’azione differiscono sensibilmente dalla lotta armata del passato.
È un terrorismo evoluto, sconosciuto in ogni caso dalle giovani generazioni, che la giustizia vaglierà a partire da domani lunedì 7 novembre in occasione del processo ad Ilich Ramirez Sanchez, alias Carlos o “lo sciacallo.
Questo militante marxista è stato una delle figure di punta della lotta armata dell’estrema sinistra degli anni settanta ed ottanta.
Come Andreas Baader in Germania, o Jean-Marc Rouillan in Francia, il Sud-Américano noto per avere preso in ostaggio i responsabili dell’OPEP a Vienna non ha mai realmente fatto emuli.
Le loro organizzazioni, in ogni caso, non sono sopravvissute al loro arresto.
Quanto alla violenza rivoluzionaria è scomparsa dalla retorica dell’ estrema sinistra.
Per comprendere la scomparsa di questa forma di terrorismo, occorre ricordare la genesi.
Alla fine degli anni 1960, le guerre d’indipendenza condotte ai quattro angoli del terzo mondo scuotono le città universitarie.
Dalla Sorbona a Berkeley sulla costa Occidentale degli Stati Uniti, gli studenti salutano la ribellione dei deboli.
Un tipo di speranza rivoluzionaria nasce gradualmente, tanto nelle università che nell’ambito della classe operaia richiama Christian Beuvain, storico e coautore di Rivoluzione, lotta esercito e terrorismo.
Fra questi giovani, alcuni più radicali di altri sceglieranno la lotta armata.
I dibattiti non bastavano più:
si trattava di sottoporre le teorie rivoluzionarie alla prova dei fatti, pronti a prendere le armi spiega Christophe Bourseiller, autore di Storia generale dell’ultra-sinistra e Sinistre estreme:
la tentazione della riforma.
Black Panther Party negli Stati Uniti, l’Armata rossa giapponese, le Brigate rosse in Italia, la frazione Armata rossa in Germania e, più tardi, Azione diretta in Francia si manifestano. Paradossalmente, quest’organizzazioni nascono proprio quando i movimenti di protesta nati nelle città universitarie iniziano a rifluire.
Di qui, peraltro, la marginalizzazione rapida dei partigiani della lotta armata.
E la deriva di alcuni gruppi come quello di Carlos, tacciati di essere dei mercenari al servizio della causa palestinese.
Dalla violenza simbolica a gli atti irreparabili .
Occorre dire che le loro azioni rapidamente cambieranno natura, richiama Serge Cosseron, autore del dizionario dell’ estrema sinistra. Passeranno da una violenza soprattutto simbolica ad atti estremi. Ai sequestri seguiranno gli assassinii, come quelli del Presidente di Renault, Giorgio Besse, o del generale Audran. Alienandosi il sostegno dei sindacati, del partito comunista e, in misura maggiore del mondo operaio, i gruppetti dell’estrema sinistra perdono allora alleati di peso. Perdono soprattutto un ancoraggio nelle lotte sociali, prosegue Serge Cosseron, di colpo, finiranno per condurre azioni violente per proprio conto. È chiaro, il terrorismo non mira più a consolidare la rivoluzione ma a far liberare i compagni imprigionati, come è il caso di Carlos negli attentati commessi in Francia. La stanchezza si impadronisce poco a poco dei militanti, la solidarietà si erode. La defezione progressiva dei loro sostegni internazionali (Germania Est e URSS) complicherà la vita clandestina dei piccoli gruppi. “Negli anni 1980, la polizia finirà di arrestare i capi reti, spiega Christophe Bourseiller le, pesanti pene pronunciate avranno come conseguenza, di fatto, la dissoluzione delle cellule. Tanto più che nessun cambio di guardia era pronto. Questi gruppetti non sono mai riusciti ad attirare nuove reclute, aggiunge lo specialista. Si trattava, finalmente, di un fenomeno molto generazionale. Certamente, l‘ultrasinistra oggi fa parlare. L’ultima relazione di Europol, resa pubblica nel luglio scorso, evoca un rinnovamento di una violenza inquietante di movimenti di estrema sinistra, soprattutto in Grecia e in Germania. Può risorgere lo spettro della lotta armata? No, poiché questi movimenti si vantano spesso di un’ideologia libertaria e non sono dunque strutturati e disciplinati come i loro antenati assicura Christian Beuvain. Altra differenza di dimensione: gli obiettivi. L’ultrasinistra non parla più di lotta armata, si limita generalmente a creare incidenti a margine di altre grandi manifestazioni, precisa Christophe Bourseiller, osservate il gruppo di Tarnac, gli rimproverano di avere impedito a un treno carico di rifiuti nucleari di arrivare a buon porto, si è lontani dagli assassinii politici degli anni 1980.
Marie Boëton (trad. di Lorenza Cavallo)