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In queste ultime settimane Romano Prodi è indicato come un probabile candidato alla Presidenza della Repubblica. Trentacinque anni dopo, i fantasmi di Gradoli si trasferiranno al Colle?

Ci riferiamo alla “seduta spiritica” o “riunione parapsicologica” che, a detta dei partecipanti, tra cui il professore bolognese due volte presidente del Consiglio (nel 1996 e nel 2006) ma anche presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004, si tenne domenica 2 aprile 1978 in località Zappolino, nel casolare di proprietà di Alberto Clò.

Da oltre tre decenni una domanda è rimasta senza risposta, un vero e proprio segreto inviolato della prima Repubblica: qual è stata la vera fonte dell’informazione riguardante “Gradoli” quale possibile luogo dove era tenuto prigioniero Aldo Moro, sequestrato dalla Brigate rosse il 16 marzo 1978?

Due commissioni parlamentari hanno interrogato Romano Prodi e gli altri 11 partecipanti alla seduta spiritica, senza ottenere mai spiegazioni esaurienti. Con una lettera sottoscritta da tutti loro, inviata alla Commissione Moro il 3 febbraio 1981, i 12 improvvisati spiritisti hanno blindato una versione di quell’evento e da essa mai si sono discostati ogniqualvolta sono stati chiamati a risponderne.

In vista della candidatura alle elezioni per la presidenza del Consiglio dell’aprile 2006, anche due giornalisti di sinistra provarono inutilmente a scalfire il muro eretto a protezione di quel segreto. Ma Romano Prodi mai rispose alle tre domande che gli indirizzò Mario Adinolfi con una lettera aperta il 1° dicembre 2005, mentre il 2 aprile successivo rimandò Lucia Annunziata a quanto egli aveva già “non” dichiarato in atti parlamentari, nelle audizioni a cui era stato sottoposto dapprima in Commissione Moro (10 giugno 1981), poi in Commissione Mitrokhin (5 aprile 2004).

Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato, nel loro libro “Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro. Il giudice dell’inchiesta racconta” (2008), inseriscono Gradoli tra le “occasioni mancate” per liberare e salvare la vita dello statista democristiano. Stesso parere espresse Rosario Priore (che fu giudice istruttore nel processo sulla morte di Moro a partire dal maggio 1978) nella sua audizione in Commissione stragi il 10 ottobre 1999.

Dunque le pressioni sul professore bolognese affinché svelasse la fonte della rivelazione sono state innumerevoli e autorevoli. Da anni ormai, persino i responsabili del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro sono cittadini liberi che hanno pagato il loro debito con la giustizia. Risulta quindi ancora di più incomprensibile il silenzio e il mistero che avvolge quell’episodio “ai confini dell’irreale”.

Perché persiste, così ostinatamente, questo segreto? C’è qualcosa ancora di così indicibile dopo trentacinque anni? Ma soprattutto, può un uomo salire al Colle più alto della nostra Repubblica tenendo per sé una delle verità più scottanti della nostra storia recente?

Con alcuni articoli cercheremo di ripercorrere i vari momenti di questa incredibile vicenda.

Gabriele Paradisi e Gian Paolo Pelizzaro

 

Fantasmi al colle? – 1a puntata: La casa degli spiriti

Fantasmi al colle? – 2a puntata: Liaisons dangereuses