logo_tf1Il processo a Ilich Ramirez Sanchez “Carlos”, mito del terrorismo internazionale negli anni 1970 e 1980, si è aperto lunedì sotto massima sicurezza.
Parigi, 07 novembre 2011

Sono un rivoluzionario di professione” Così Ilich Ramirez Sanchez, alias Carlos, si è presentato lunedì davanti alla corte di assise speciale di Parigi che lo giudica per quattro attentati avvenuti quasi 30 anni e che hanno fatto in Francia 11 morti e circa 150 feriti.

 

Ventre robusto, fronte sguarnita e barba Bianca, l’uomo che si attribuisce, 1.500 a 2.000 morti aveva più l’aria, nel suo box, di un pensionato tranquillo che quello di un pericoloso rivoluzionario. Appoggiato al finestrino del box, talvolta in colloquio con la sua scorta, oppure seduto completamente rilassato, il venezuelano di 62 anni dava l’impressione di stare alla corte d’assise come altri stanno ad uno spettacolo. Un indefinibile sorriso sulle labbra, sembrava essere il padrone dei luoghi.

Riconoscendo i suoi sostenitori in fondo alla sala, li ha salutati discretamente, brandendo il pugno della Rivoluzione. Un commento su “lo stato razzista di Israele e sui sionisti sfruttatori” ha sollevato degli applausi. Fin da lunedì, i due avvocati di Carlos hanno denunciato un processo iniquo (..) Giudicando “che non potevano fallire” difendendo gratuitamente Carlos, abbandonato dal Venezuela. Isabelle Costare-Peyre e Francis Vuillemin hanno dichiarato che si ritiravano dal dibattimento. Deciso a condurre fino alla fine il processo a rischio, il presidente Olivier Leurent immediatamente ha nominato difensori d’ufficio i due avvocati, costringendoli a rimanere. Di fronte a tutte queste manovre, le parti civili hanno mantenuto la loro calma.

 

“Tutto ciò accade esattamente come previsto”, reagisce con distanza e filosofia alla sospensione, Philippe Rouault, educatore sportivo, che era stato ferito gravemente all’epoca dell’attentato in Rue Marbeuf nel 1982. Dipinge Carlos “come un giocatore e rivoluzionario”, assicurando di essere “psicologicamente pronto a tutto ciò, tanto più che (Carlos) ci mostrerà dell’altro.”

L’avvocato delle parti civili, Paul-Alberto Iweins, ha definito davanti alla corte i discorsi rivoluzionari di Carlos e di Bernard Ripert, un poco superati. L’avvocato dell’ imputata tedesca Christa-Margot Frohlich ha dichiarato “occorre che Carlos prenda coscienza che non è qui per fare la rivoluzione ma per rispondere dei suoi atti”.

Ilich Ramirez Sanchez che ha rivendicato in un colloquio pubblicato domenica in un quotidiano venezuelano più di un centinaio di attacchi che avrebbero fatto tra 1.500 e 2.000 morti, contesta i quattro attentati che gli sono imputati dalla giustizia francese. Arrestato in Sudan nell’agosto 1994, è stato condannato nel 1997 dalla Francia alla prigione a vita per l’omicidio nel 1975 a Parigi di tre uomini di cui due poliziotti. Il difensore della causa palestinese è accusato di avere orchestrato quattro attentati per ottenere la liberazione della sua compagna tedesca Magdalena Kopp e dello svizzero Bruno Bréguet, due membri del suo gruppo arrestati a Parigi nel febbraio 1982 con armi ed esplosivi. Verdetto atteso per il 16 dicembre.

TF1 – 07 novembre 2011 / 15:28 Alexandra Guillet (trad. Lorenza Cavallo )

tf1_7_11_2011